Alluce valvo

L’alluce valgo è una deformazione del primo dito del piede, che appare deviato lateralmente verso le altre dita. Questa deformità ossea è di solito associata ad un’infiammazione costante o recidivante della borsa mucosa che si trova alla base dell’impianto dell’alluce stesso. Il sintomo principale dell’alluce valgo consiste nella presenza di dolore, che riflette un cambiamento nell’anatomia del piede. In questi casi può essere utile una terapia osteopatica come quella scelta da personal trainer Danilo Cussato.

 

Recapiti

 

La Dottoressa Patrizia Fazio Osteopata e Fisioterapista, opera a Napoli:

 

nello Studio medico

di Piazza Nicola Amore n.6 (angolo via Duomo).

 

nello Studio medico

di Via Tino di Camaino 6 (Vomero).

 

nello studio medico GIFRAN

Via Servio Tullio 101 (angolo Via Epomeo).

 

E da questo mese anche

nello studio medico Eccellente

Via Giusuè Carducci 61 (Chiaia)

 

 

Stress

 

L’osteopatia ha effetti positivi sullo stress, questo è l’esito di una ricerca  dell’osteopata Mauro Fornari e dei neurofisiologi Andrea Sgoifo e Luca Carnevali,  pubblicata sul numero di settembre della rivista statunitense JAOA (Journal of the American Osteopathic Association).

Si tratta di uno studio rivoluzionario nel suo genere: rispetto ad altre ricerche effettuate in passato, infatti, sono stati raccolti dati biologici che riescono a “misurare” il livello di stress degli individui e sono stati messi in relazione al trattamento manipolativo osteopatico. In questo modo, si è scoperto che l’osteopatia riduce l’aumento di una serie di parametri che si registra normalmente in condizioni di stress psicologico.

La ricerca è stata condotta all’interno del laboratorio “Stress Control” di CIO – Collegio Italiano Osteopatia di Parma e ha coinvolto 20 studenti universitari maschi dai 20 ai 30 anni.
Il livello di stress viene quantificato attraverso parametri ormonali, neurovegetativi e comportamentali. Nel primo caso, si prelevano nei soggetti campioni salivari per la misurazione del livello di cortisolo. Per valutare i parametri neurovegetativi, invece, i soggetti vengono sottoposti a elettrocardiogramma per la rilevazione dell’attività cardiaca. I parametri comportamentali sono invece analizzati sia attraverso test psicometrici, sia mediante analisi del comportamento non verbale. Ai partecipanti è stato registrato l’elettrocardiogramma per il rilevamento della variabilità della frequenza cardiaca prima in condizioni di riposo e poi mentre venivano sollecitati per cinque minuti a risolvere calcoli matematici (evento stressante). Immediatamente dopo questo “stress matematico”, 10 studenti sono stati trattati osteopaticamente per venti minuti, mentre altri 10 hanno subìto un trattamento osteopatico fittizio della stessa durata e nelle stesse regioni corporee. Per tutta la durata della seduta sono stati anche prelevati campioni di saliva per la misurazione dei livelli di cortisolo (comunemente considerato “l’ormone dello stress”).
Mentre nel secondo gruppo (senza intervento osteopatico) il battito del cuore e il livello di cortisolo sono aumentati rispetto all’inizio della seduta, nel primo gruppo (con intervento osteopatico) gli stessi parametri biologici sono rimasti sostanzialmente inalterati. Non solo: il livello di cortisolo dei soggetti che hanno ricevuto un finto trattamento osteopatico ha subìto variazioni anche il giorno successivo alla seduta. Al contrario, gli studenti trattati osteopaticamente presentavano valori di concentrazione di questo ormone in linea con i giorni precedenti l’evento stressante. Ciò significa che il trattamento manipolativo osteopatico ha “bloccato” l’attivazione biologica (neurovegetativa e ormonale) di stress.

I risultati ottenuti suggeriscono dunque che l’osteopatia possa giocare un ruolo importante nel prevenire o attenuare gli effetti psicosomatici correlati allo stress.

«L’osteopatia è una disciplina che si occupa di prevenzione – spiega Mauro Fornari, osteopata e presidente CIO – e in quest’ottica l’equilibrio del sistema nervoso autonomo è fondamentale. Dal momento che esistono indicatori che mettono in relazione lo stress al sistema neurovegetativo, è nata l’idea di indagare se il trattamento osteopatico, tendendo all’equilibrio del sistema nervoso autonomo, avesse qualche effetto sui parametri biologici dello stress. Gli studi all’interno del laboratorio stanno proseguendo – continua – e nel prossimo futuro ci occuperemo in particolare di ipertensione e insonnia».

Fitness

Sono fermamente convinta dell’importanza della attività fisica.
Io la pratico con costanza, fa bene al corpo e alla mente; scarica lo stress e ci rende più forti.
Ideale è un allenamento completo che alterni cardio o passeggiate all’aria aperta, con un po’ di attrezzi senza esagerare e senza dimenticare lo stretching.
Bisogna essere flessibili, agili e forti!

Intervista

Intervista con la Dottoressa Patrizia Fazio Osteopata

Cosa consiglieresti a un paziente che si reca in visita da te per la prima volta?
Di leggere qualcosa sull’osteopatia, di cosa si occupa ed in che modo.

Cosa ti ha spinto a scegliere la tua specializzazione?
Mi sono innamorata della medicina osteopatica, dei suoi campi di applicazione e della sua risolutezza
ed immediatezza nel risolvere il problema al paziente.

Un momento speciale legato al tuo lavoro.
Quando un nuovo paziente entra si siede ed inizia a parlarmi del suo problema. Io sono lì ad accoglierlo e comprendere.

Tre cose che ami del tuo lavoro.
La possibilità di comprendere molte cose per poter aiutare la persona che viene con un problema. Il sorriso e la gioia della paziente che sta bene e torna a vivere. La soddisfazione che mi da tutto ciò, l’essere stata utile agli altri. Intervista con il Dottore

Cosa consiglieresti a un paziente che si reca in visita da te per la prima volta?
Di leggere qualcosa sull’osteopatia, di cosa si occupa ed in che modo.

Cosa ti ha spinto a scegliere la tua specializzazione?
Mi sono innamorata della medicina osteopatica, dei suoi campi di applicazione e della sua risolutezza
ed immediatezza nel risolvere il problema al paziente.

Un momento speciale legato al tuo lavoro.
Quando un nuovo paziente entra si siede ed inizia a parlarmi del suo problema. Io sono lì ad accoglierlo e comprendere.

Tre cose che ami del tuo lavoro.
La possibilità di comprendere molte cose per poter aiutare la persona che viene con un problema. Il sorriso e la gioia della paziente che sta bene e torna a vivere. La soddisfazione che mi da tutto ciò, l’essere stata utile agli altri.